Lucca – Luca Giannecchini, 51 anni, sposato e padre di due bimbi piccoli, operaio specializzato all’impresa Edil Pizzi di Monsagrati, che ha perso la vita poco prima delle 8,25 nel primo giorno di Primavera mentre stava posando i tubi in pvc per l’allaccio alla fognatura di quattro abitazioni in via dei Dorini a S. Alessio.
di Domizia Di Crocco
Dall’esame esterno eseguito alle 18 del 21 marzo dal medico legale Ilaria Marradi all’obitorio dell’ex Campo di Marte nessun segno di lesione sul corpo Della vittima.
Nello specifico, nessuna frattura, trauma toracico, addominale o cranico – al di là di una leggera escoriazione alla testa non compatibile con il decesso – conseguenza del terreno misto asfalto che gli è crollato addosso mentre lavorava in una fossa profonda poco più di un metro e mezzo dalla sede stradale e adeguatamente transennata.
Esclusa l’ipotesi traumatica resta quella del possibile schiacciamento meccanico asfittico, causato sia dalla compressione del corpo nel terreno sia dalla permanenza sotto la coltre di terra e asfalto per qualche minuto.
Dalle testimonianze dei due colleghi di lavoro e del proprietario di una delle abitazioni di via Dorini in cui gli operai avevano dislocato il cantiere, le persone che sono intervenute nell’immediatezza dell’incidente sul lavoro, prontamente ascoltati e dalle informazioni dalla squadra Mobile in questura, poche ore dopo la tragedia, Luca Giannecchini era ancora vivo e respirava quando è stato tirato fuori dalla buca.
Tuttavia, l’ambulanza con il medico a bordo e i volontari hanno provato, utilizzando l’ossigeno, a rianimare l’operaio specializzato, ma si sono dovuti arrendere perché il suo cuore ha cessato di battere prima di un disperato intervento dell’elisoccorso Pegaso attivato per l’emergenza e poi non decollato.
Inoltre, Giannecchini, stando ai testimoni, è rimasto con la testa sotto la terra per un periodo inferiore al minuto. Un tempo limitatissimo e ritenuto incompatibile per provocare l’asfissia all’operaio posatore. Anche se, come pare, fosse stato chinato sui tubi che doveva sistemare in pendenza in posizione prona e la frana l’avesse ricoperto ci sarebbero voluti almeno tre o quattro minuti per provocare un soffocamento. E allora? L’autopsia, già delegata alla dottoressa Marradi dal sostituto procuratore Lucia Rugani diventerà fondamentale per capire le cause del decesso.
La procura non esclude l’ipotesi di un malore improvviso. Malore però da ricercare forse per lo spavento di fronte all’improvviso cedimento della parte superiore del fossato con caduta di terra e asfalto sopra l’esperto operaio specializzato che non si aspettava di certo.
Ipotesi, congetture, supposizioni che necessitano di un riscontro diagnostico approfondito per chiarire i perché di una tragedia che resta comunque un’altra, l’ennesima, morte da e al lavoro.
Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Il magistrato, attraverso la squadra Mobile, notificherà alle parti interessate ,i familiari, l’impresa in cui Luca Giannecchini lavorava da oltre tre mesi, la richiesta di nomina di un consulente tecnico, nel caso un anatomopatologo, per assistere all’esame necroscopico che è di fatto un atto irripetibile.
Probabile che la data fissata per il conferimento dell’incarico e per eseguire l’autopsia sia quella del pomeriggio di lunedì 25 marzo, ma non è escluso uno slittamento di 24 ore.
La polizia che ha posto sotto sequestro l’area di via Dorini nel punto dove ha ceduto il fosso con l’escavatore usato per la buca, ha raccolto una serie di informazioni ascoltando testimoni, verificando il rispetto delle norme legate alla sicurezza sul lavoro, la regolarità degli scavi eseguiti nel punto in cui terreno e asfalto hanno ceduto e una serie di quesiti indicati dal magistrato.
Gli accertamenti andranno avanti anche nei prossimi giorni affinché ogni piccolo particolare non venga trascurato e non vi siano zone d’ombra o misteri su un decesso che ha sconvolto la città. ( Fonte, Lucca notizie)
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