LUCCA – Un pieno di gasolio nel serbatoio di un camion con un anno di vita, non proprio un arnese vecchio e malandato prossimo alla rottamazione.
di Domizia Di Crocco
Il veicolo percorre qualche centinaio di metri e il motore inizia a sbuffare e perdere potenza fino a fermarsi per un’avaria improvvisa annunciata da una spia rossa che si accende sul quadro di guida. L’autista chiede aiuto e il mezzo pesante viene portato in un’officina dove i meccanici svelano la causa del blocco improvviso: nel carburante c’erano fango e acqua.
Citata in giudizio per danni dall’azienda proprietaria del camion, la società che gestisce la stazione di servizio in cui era stato fatto il rifornimento è stata condannata a pagare un risarcimento che sfiora i 20mila euro tra danno per la riparazione e le spese legali.
L’episodio finito in Tribunale (giudice Silvia Morelli) risale al dicembre 2021. Il camionista fa il pieno e paga 623 euro. Dopo qualche secondo dalla partenza dal distributore il mezzo si ferma. Trainato in un’officina viene fuori la presunta causa dell’impasse. Il conto per la riparazione intanto supera gli 11mila euro.
Abbiamo proceduto ad effettuare indagini sull’approvvigionamento di carburante dal 20 al 23 dicembre presso il punto vendita, con esito positivo sulla idoneità del carburante, nonché indagini sui filtri posti sulle colonnine di erogazione, riscontrandoli “perfettamente funzionanti e presenti sulle stesse”, alcuna sedimentazione o contaminazione solida sarebbe potuta transitare durante l’erogazione di carburante ai clienti”, né alcuna denuncia di vizi del carburante è mai pervenuta da altri clienti del punto vendita – società di gestione del distributore ha negato- nessun errore, insomma, ma una «omessa manutenzione del veicolo».
Il giudice nel stabilire la proprietà del camion se avesse davvero subìto un danno per un piano di gasolio misto ad acqua e fango ha nominato un consulente, un ingegnere che scrive – Il serbatoio del carburante presentava al suo interno evidenti tracce di fanghi e relative impurità, che una volta entrate nel modulo di alimentazione del carburante bypassando il filtro a reticella ormai saturo di sporco si depositano sul fondo, causando il malfunzionamento della pompa di alimentazione del carburante e di tutti i componenti relativi all’impianto di alimentazione quali rail, iniettori e relative tubazioni. Nelle foto si può ancora vedere il carburante inquinato rimasto nel serbatoio.
Il consulente conclude – a causa dell’inquinamento dell’intero impianto di alimentazione da parte del carburante contaminato, i suddetti componenti non sono in grado di funzionare e pertanto necessitano di essere sostituiti. Si evince che i danni rilevati sono senz’altro riconducibili ad un inquinamento da carburante in quanto: all’interno dell’impianto di alimentazione sono stati rinvenuti esclusivamente fanghi e impurità lasciate dalla miscela di acqua e gasolio (caratterizzata da una notevole percentuale di impurità) rinvenuta all’interno del carburante certificata anche dalla perizia effettuata su carburante presente in atti. Il conto da pagare dal gestore del distributore tra riparazione e spese legali di circa 20mila euro. ( Fonte, Note stampa Tirreno)
Tag: condanne, risarcimento
Last modified: Marzo 12, 2024