ALTOPASCIO (mercoledì 17 settembre 2024) – Era iniziata nel 2011 la campagna di scavi archeologici e bio archeologici nel sito di Badia Pozzoveri, Altopascio. E dopo 14 anni, ieri (16 settembre), si è conclusa ufficialmente.
di Beatrice Amadei
Sono stati tanti, nel corso del tempo, i reperti rinvenuti, che hanno contribuito all’arricchimento della conoscenza dello stile di vita delle popolazioni medievali toscane, costituendo un valore archeologico di grande rilievo.
Al progetto, sostenuto dal Comune di Altopascio, dall’Università di Pisa e dalla Soprintendenza, hanno partecipato studenti provenienti da tutto il mondo, grazie alla Fieldschool Pozzeveri in Medieval Archaeology and Bioarchaeology e al Master in Antropologia Scheletrica, Forense e Paleopatologia delle Università di Pisa, Bologna e Milano.
Gli ultimi, quest’anno, quindici studenti del Master in Antropologia Scheletrica, Forense e Paleopatologia, organizzato dalle Università di Pisa, Bologna e Milano e diretto dal prof. Antonio Fornaciari.
Principalmente le indagini hanno interessato l’area antistante la facciata della chiesa abbaziale di San Pietro, nella quale sono stati ritrovati reperti e sepolture risalenti al periodo della canonica precedente all’insediamento della comunità monastica camaldolese.
“In particolare – spiega il prof. Fornaciari – sono stati esaminati individui sepolti tra il X e l’XI secolo, insieme a depositi di epoche ancora più remote. Lo studio si è focalizzato sull’analisi fisico-chimica delle ossa di 44 individui sepolti presso la chiesa di San Pietro, provenienti da due distinti periodi cimiteriali: il primo relativo alla Canonica di Pozzeveri (XI secolo) e il secondo all’età del Monastero Camaldolese (XII-XIII secolo). Grazie all’accuratezza degli scavi, è stato possibile ottenere nuovi dati sull’alimentazione della popolazione dell’area, osservando i mutamenti tra l’anno 1000 e il pieno 1200. I risultati delle analisi isotopiche del C13 e del N15 hanno rivelato un incremento nel consumo di piante adattabili a terreni più aridi, come il miglio, ideale per garantire sicurezza alimentare in un periodo di forte crescita demografica. Questo dato evidenzia un adattamento alle nuove esigenze alimentari in seguito all’aumento della popolazione nel basso medioevo. A partire dall’XI secolo, la ripresa socio-economica dell’Occidente, e in particolare della penisola italiana, ha portato a una significativa crescita demografica, culminata alla fine del 1200. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente in Toscana settentrionale, che ha visto una notevole espansione urbana, inclusa Lucca e il contado lucchese. La crescente popolazione ha reso necessario un incremento della produzione alimentare, che è stato soddisfatto con la coltivazione di miglio e cereali minori su nuove terre.“
Ora si proseguirà con la fase di studio sui materiali rinvenuti e al ripristino dell’area in preparazione al Giubileo del 2025: anno in cui è previsto l’arrivo di molti visitatori pellegrini.
“La campagna di scavi è stata un’esperienza incredibile e bellissima – commenta invece l’assessore alla cultura Alessio Minicozzi – che ci riconsegna una fotografia ancora più approfondita e diffusa di tutto quello che si è costruito e mosso nel nostro territorio anche in stretta relazione alla Via Francigena. Ringrazio il prof. Fornaciari per la dedizione e l’impegno, tutti gli studenti che sono intervenuti e che hanno lavorato su Altopascio. L’obiettivo ora è trovare nuove forme per proseguire con questo lavoro, per non disperdere il patrimonio acquisito e valorizzare in modo diffuso e permanente ciò che è emerso e che emergerà ancora.“
Tag: altopascio, Badia Pozzoveri, Scavi archeologici Last modified: Settembre 18, 2024