Dal fagiolo giallorino, al melo morto, dalla patata rossa di Sulcina passando al pomodoro fragola fino al mais formentone ottofile. E tanti tanti altri ancora. Sono i prodotti della ricca biodiversità agraria e alimentare, di cultura rurale e gastronomica della Garfagnana.
Prodotti di nicchia, locali e a rischio estinzione, “figli” dei custodi dell’agrobiodiversità e i protagonisti dell’itinerario virtuale realizzato tramite l’Università di Pisa e Regione Toscana, che è stato presentato nell’ambito di un convegno e che adesso è consultabile all’indirizzo https://agrobiodiversita.regione.toscana.it/.
“Un territorio continua a vivere anche grazie ai suoi prodotti – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – perciò salvaguardare i prodotti tipici di ogni territorio e la loro produzione per mantenere la biodiversità è una scelta che coinvolge non solo il produttore e il consumatore attento ma anche chi ha la responsabilità – cioè le amministrazioni e le istituzioni – di tutelare i territori da cui i prodotti arrivano, Tanti sono i vantaggi che possiamo trarre dal mantenimento e la valorizzazione dell’agrobiodiversità: incoraggiare l’economia locale e l’occupazione in un territorio, creare e rafforzare un legame sociale tra agricoltori e cittadini, promuovere la qualità degli alimenti, salvaguardare il territorio e le sue radici. Oltre a questo, offrire alla nostra curiositàe sulle nostre mense frutta e verdura dimenticata, cereali e legumi che sono scomparsi dal mondo del “cibo convenzionale” e infine, ma non ultimo, sostenere gli agricoltorci che hanno fatto la scelta di coltivare nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente”.
Rivolto a tutti i coltivatori e allevatori custodi, alle banche del germoplasma, ai produttori di PAT, di DOP e IGP, della Garfagnana che vogliano farvi parte, l’itinerario ha lo scopo di valorizzare il territorio attraverso i suoi prodotti più particolari e più fragili.
Così, ogni turista o chiunque sia interessato troverà informazioni utili per visitare le aziende dei coltivatori custodi della Garfagnana, la banca del germoplasma, i consorzi di tutela del Farro della Garfagnana IGP, i consorzi di tutela della Farina di Neccio della Garfagnana DOP e i diversi produttori di PAT (Prodotti Agricoli Toscani).
Si è partiti con la Garfagnana, scelta come “pilota” per questo progetto perché da sempre caratterizzata da un’importante presenza di coltivatori custodi, grazie ad un’efficiente banca del germoplasma gestita dall’Unione dei Comuni della Garfagnana, ma il progetto prevede, se ci saranno abbastanza richieste di adesione, di aggiungere via via gli itinerari per altri territori della Toscana.
L’itinerario sarà implementato due volte all’anno con le nuove iscrizioni da parte di tutti coloro che intendono far conoscere il proprio operato a favore della tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità del proprio territorio.
Last modified: Maggio 29, 2023