Sabato 14 dicembre, nel prestigioso Palazzo dei Dodici di Piazza dei Cavalieri a Pisa, si è tenuta una conferenza incentrata sul tema del fine vita e della bioetica. L’evento, organizzato con il contributo del professor Roberto Di Mitri, direttore scientifico della Casa di Cura San Rossore, ha segnato l’avvio di un ciclo di incontri dedicati a questa disciplina, che si colloca al crocevia tra scienza, etica e filosofia.
Il professor Di Mitri ha così commentato l’iniziativa:
“Il convegno di oggi inaugura una serie di incontri che affronteranno la bioetica in tutte le sue sfaccettature, un tema sempre più rilevante e al centro del dibattito contemporaneo. L’aspetto distintivo di questo appuntamento è il coinvolgimento di esperti provenienti da ambiti diversi, un approccio necessario per affrontare una materia che non può essere confinata alla sola scienza.
Tra gli argomenti di maggiore rilievo, abbiamo deciso di approfondire il ruolo dell’intelligenza artificiale in medicina. Questa tecnologia offre enormi potenzialità, ma pone anche questioni etiche e sociali che non possiamo ignorare. È fondamentale discutere di come utilizzarla responsabilmente, per evitare che ci sfugga di mano, trasformandosi da strumento a rischio.
Altri temi trattati riguardano questioni sensibili come l’eutanasia, il suicidio assistito e la trapiantologia, affrontati sempre con un approccio trasversale. In particolare, ci soffermeremo sulla mancanza di una legislazione specifica sul fine vita, un vuoto normativo che solleva interrogativi profondi sul rapporto tra il libero arbitrio, garantito dalla nostra Costituzione, e la sacralità della vita. Ci troviamo di fronte a un quesito cruciale: la vita appartiene esclusivamente a chi la vive o è inviolabile per natura? Questo dibattito, che intreccia visioni laiche e religiose, deve essere affrontato con rispetto e dialogo, per evitare contrapposizioni sterili o il rischio di eludere il problema.
Un ulteriore punto di riflessione riguarda la gestione dell’intelligenza artificiale nel contesto medico. È indispensabile stabilire chi debba regolamentarne l’applicazione: un aspetto che coinvolge istituzioni come le università, chiamate a formare nuove figure professionali, ma anche la politica, le società scientifiche e gli ordini professionali. Solo con una visione condivisa e multidisciplinare possiamo garantire un uso etico e proficuo di queste innovazioni”.
L’incontro si è configurato come un’importante occasione di confronto su temi cruciali e attuali, gettando le basi per una discussione consapevole e aperta, in grado di coniugare scienza, filosofia e società.
Last modified: Dicembre 16, 2024